Il massaggio infantile: come e perché praticarlo

Oggi i centri benessere offrono trattamenti rivolti non solo alle donne o agli adulti e, a questo proposito, vi è un trattamento di particolare interesse: il massaggio infantile.

Tecnica molto antica, di origini orientali, arriva in Occidente grazie a Vimala McClure, una donna che, nel 1976, vola dagli Stati Uniti in India e, appresa la tecnica del massaggio infantile, tornata nel proprio paese, la sperimenta sul primo figlio. Scrive un manuale e tiene dei corsi, cui partecipa la terapista italiana  Benedetta Costa che, nel 1983 forma, in Italia, i primi insegnanti. Nel 1989,  a Genova, viene fondato l’AIMI ( Associazione Italiana Massaggio Infantile) che si occupa approfonditamente di questo trattamento, organizzando  i corsi di formazione per i genitori.

Vediamo in cosa consiste esattamente questa pratica.

Il massaggio infantile trae ispirazione da tecniche orientali come lo yoga e la riflessologia e viene effettuato sul bambino da un operatore specializzato o, preferibilmente, dal genitore del bambino sottoposto al trattamento. Poiché il massaggio è da effettuarsi con gesti molto semplici, può essere appreso facilmente da chiunque.

I vantaggi si riscontrano:

–          dal punto di vista strettamente psicologico: i bambini, infatti, creano un legame più forte con i genitori, i quali si avvalgono non solo del tatto, ma anche della vista, trasmettendo messaggi di rassicurazione e di affetto; il massaggio, cosi, contribuisce anche al formarsi della personalità del bambino;

–          dal punto di vista strettamente fisiologico, influendo sul sistema respiratorio, circolatorio e gastrointestinale;

–          dal punto di vista psicofisico: il bambino si rilassa e ciò può aiutare a risolvere disturbi derivanti da cause di stress, come la difficoltà a dormire.

Quanto all’età del bambino, il massaggio può essere effettuato sin dal primo mese di nascita ed è soprattutto nel primo anno di vita che ha gli effetti maggiori: in questo periodo in particolare il massaggio viene utilizzato per  rafforzare il legame con i genitori, (qualora siano questi ad effettuarlo), per alleviare disturbi tipici dei primi mesi di vita dei bambini, come le coliche e i disturbi delle vie respiratorie, e per rilassare il piccolo. Dopo il primo anno di vita può risultare difficile effettuare il massaggio, se il bambino non lo vuole, e dunque in questo caso non bisogna costringerlo; può risultare comunque  di aiuto avvalersi di giochi, musiche o altro. Il massaggio, in questa fase, influisce più sull’aspetto psicologico e relazionale che su quello strettamente organico.

 

Il massaggio può essere inoltre effettuato in casi particolari, come nel caso dei bambini adottati, portatori di handicap o con difficoltà comunicative, divenendo così uno strumento di comunicazione alternativo.

 

Quanto alla tecnica vera e propria, questa deve essere effettuata preferibilmente con l’ausilio di olii o creme, che rendono  il massaggio più dolce; l’ambiente nel quale si svolge il trattamento deve essere tranquillo, accogliente e, dunque, non rumoroso;  il bambino deve essere in una posizione comoda: è preferibile, quindi, che sia sdraiato su un materassino.

Oggi, comunque, i centri benessere e specializzati, che organizzano corsi di apprendimento per  i genitori, sono innumerevoli: attraverso una serie di lezioni è possibile apprendere i benefici del massaggio, nonché le tecniche più adatte in relazione alle necessità del bambino.

Giusi Lombardo

Appassionata e Amante del benessere a 360°. Amo scrivere e condividere tutto quello che so.

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