Feste, sagre e tradizioni piemontesi

Quali sono le più importanti della regione

Il Piemonte è una regione tra le più ricche di feste della tradizione, ed eventi di enorme fascino che si tramandano da tempo immemore. In questo articolo, la redazione di Benessere Viaggi ti racconterà quali sono le principali e le imperdibili, ma anche quelle meno conosciute, per aiutarti a scoprire tutti i lati nascosti del folklore piemontese.

Fiera del peperone di Carmagnola

Si svolge a settembre, e attira visitatori da tutta Italia e dall’estero. L’iniziativa che celebra il peperone di Carmagnola, eccellenza tipica della zona, anima le strade del centro storico, che per dieci giorni si riempiono di bancarelle colorate e offrono una varietà di prodottia base dell’ortaggio protagonista. 

In programma anche spettacoli, concerti, dimostrazioni culinarie, concorsi e conferenze per promuovere la conoscenzae l’importanza di preservare le varietà locali di peperone. Durante la celebrazione del “Peperone Day”, è usanza preparare una maxi-peperonata per sfamare oltre mille persone.

Il Palio di Asti, il Festival delle Sagre e la Douja D’or

Nella città di Asti, a settembre, in calendario ci sono ben tre eventi di elevata importanza.

Stiamo parlando del Palio di Asti, conosciuto anticamente anche come Palio Astese, una festa della tradizione che risale all’epoca medievale e che si tramanda dal XIII secolo. Il Palio culmina con la corsa di cavalli montati senza sella, nella piazza centrale.

Segue il Festival delle sagre astigiane, che prevede l’allestimento di un “villaggio enogastronomico” nel centro di Asti, e di una moltitudine di casette dove le varie Pro Loco propongono menù prelibati. In programma, la sfilata della tradizione contadina.

Per concludere, la Douja d’Or, l’evento di riferimento per la cultura del vino italiano. Innovazione, ospitalità e sostenibilità si incontrano nel “Salotto del Vino”, in Piazza San Secondo: ti aspettano degustazioni, showcooking, masterclass, eventi diffusi e collaterali, ospiti internazionali, ma anche incontri e spettacoli.

Fera dla Madona (Vicoforte)

La Fera dla Madona di Vicoforte, una delle fiere più grandi e radicate del Piemonte, anima ogni settembre il territorio ai piedi della Basilica della Regina Montis Regalis. In occasione della Natività di Maria, bancarelle di ogni tipo, esposizioni di animali, spettacoli itineranti e mostre di macchine agricole trasformano l’area in un vivace punto di incontro, mentre l’8 settembre la tradizionale processione da Mondovì segna l’avvio ufficiale dei festeggiamenti.

Il calendario rimane immutato nel tempo: l’8 si celebra la festa religiosa, il 9 prende vita la fiera vera e propria e il 10 si conclude con la storica “ferota”, spesso affiancata da giornate collaterali. La spontaneità degli ambulanti e la varietà dell’offerta rendono l’evento un appuntamento imperdibile per migliaia di visitatori.

La manifestazione affonda le sue radici nel XVI secolo, quando il luogo divenne meta di pellegrinaggi dopo il prodigioso episodio legato a un pilone votivo dedicato alla Madonna. Da allora, attorno al santuario voluto da Carlo Emanuele I di Savoia nel 1596, la fiera è cresciuta fino a diventare uno degli eventi popolari più partecipati del Nord-Ovest, capace di richiamare fino a un milione di persone.

Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba

La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, in programma tra ottobre e dicembre, celebra il prestigioso tartufo bianco con un ricco calendario di appuntamenti che richiama visitatori da tutto il mondo. Oltre al mercato dedicato ai migliori tuberi certificati da una commissione di esperti, l’evento propone degustazioni, showcooking, incontri con chef e attività pensate per valorizzare le eccellenze enogastronomiche di Langhe e Monferrato.

Nata alla fine degli anni Venti, quando Giacomo Morra lanciò la prima esposizione dedicata al tartufo durante la Fiera Vendemmiale del 1928, la manifestazione si è trasformata negli anni in un grande contenitore culturale. Accanto ai prodotti tipici trovano spazio mostre d’arte, spettacoli teatrali, concerti, rievocazioni storiche come l’investitura del Podestà, il Palio degli Asini e il Baccanale del Tartufo, oltre a eventi per famiglie e percorsi sensoriali dedicati al vino.

Oggi la fiera rappresenta uno degli appuntamenti più attesi per la città di Alba e una vetrina internazionale per il territorio. Il suo programma, che si rinnova ogni anno, spazia da incontri gastronomici di alto livello a momenti di folklore locale, offrendo un’esperienza completa che va ben oltre la semplice celebrazione del tartufo.

Fiera del Marrone a Cuneo

La Fiera Nazionale del Marrone di Cuneo è l’evento di riferimento dedicato alla valorizzazione del marrone e delle tradizioni agricole locali, capace di richiamare ogni anno oltre centomila visitatori. Nata nel 1936 e riconosciuta come fiera nazionale dal 2009, la manifestazione torna ogni ottobre come una delle rassegne enogastronomiche più importanti d’Italia, offrendo un ricco percorso tra sapori, prodotti tipici e cultura alpina.

Accanto alla celebrazione del cosiddetto “Divo d’Autunno”, la fiera propone un’ampia vetrina delle eccellenze del territorio, sostenuta anche dal riconoscimento di Cuneo come “Città Alpina 2024”. Le vie del centro ospitano espositori italiani e internazionali, showcooking, laboratori culinari e incontri dedicati alla castanicoltura e all’intero comparto agroalimentare che ruota attorno al marrone, senza dimenticare artigianato d’eccellenza, iniziative per famiglie e momenti di divulgazione scientifica.

Ogni anno, ad ottobre, la Fiera Nazionale del Marrone animerà nuovamente il cuore di Cuneo con eventi culturali, mostre, visite guidate e proposte turistiche che accompagneranno i tre giorni di festa, rendendo la città un punto di riferimento per chi desidera scoprire sapori, tradizioni e paesaggi del territorio alpino.

La Fiera della Cisrà di Dogliani

La Fiera della Cisrà di Dogliani, che si svolge ogni anno il 2 novembre durante la tradizionale Fiera dei Santi, è uno degli appuntamenti gastronomici più sentiti delle Langhe. Il protagonista assoluto è la Cisrà, una ricca zuppa tipica preparata con il pregiato Cece di Nucetto, legume coltivato nel territorio locale e ingrediente fondamentale della ricetta più conosciuta, quella doglianese. L’evento richiama migliaia di visitatori, attratti dall’atmosfera autunnale e dall’opportunità di gustare un piatto che affonda le sue radici nella storia del paese.

Secondo la tradizione, già dal Seicento i membri della Confraternita dei Battuti offrivano questa zuppa calda ai pellegrini che raggiungevano la fiera dopo lunghi cammini per partecipare alle funzioni religiose e all’ultimo mercato prima dell’inverno. La distribuzione continua ancora oggi con grande partecipazione: ogni anno vengono servite migliaia di porzioni, per un totale che supera i dieci quintali di minestra.

Partecipare alla Fiera della Cisrà significa non solo assaggiare una specialità tipica delle Langhe, ma anche vivere da vicino le tradizioni enogastronomiche e culturali di Dogliani, in un clima autentico e profondamente legato alla storia locale.

Fiera del Bue Grasso di Carrù

La Fiera del Bue Grasso di Carrù, in programma ogni dicembre, è uno degli appuntamenti zootecnici più antichi e prestigiosi del Piemonte. Nata ufficialmente nel 1910 per rispondere alla scarsità di capi da macello e all’aumento del prezzo della carne, la manifestazione celebra ancora oggi l’eccellenza dell’allevamento locale, con una premiazione pubblica che assegna agli allevatori le tradizionali gualdrappe e fasce. Accanto alla mostra zootecnica si svolgono un mercato settimanale ampliato e un’esposizione di macchinari e attrezzature agricole.

Le radici della fiera sono però molto più lontane: documenti del Quattrocento attestano la presenza di mercati bovini bisettimanali, mentre un decreto del 1635 del duca Vittorio Amedeo I autorizzò ufficialmente una fiera annuale dopo la festa di San Carlo. Oggi la giornata clou è la premiazione delle ore 11, momento particolarmente atteso dal pubblico.

Durante l’evento, in Piazza Divisione Alpina Cuneense, il Palafiera ospita anche la tradizionale festa del “bollito no stop” organizzata dalla Pro Loco, che richiama numerosi visitatori desiderosi di assaporare uno dei piatti simbolo della tradizione piemontese. La fiera, tra storia, gastronomia e agricoltura, continua così a rappresentare un appuntamento imperdibile per il territorio.

A Dogliani Castello, il Presepe Vivente trasforma il borgo medievale nelle serate del 23 e 24 dicembre in un suggestivo scenario natalizio: oltre 350 figuranti in costume animano vicoli e piazzette, ricreando ambientazioni e mestieri d’un tempo. Grazie alla cura dei dettagli e al forte coinvolgimento della comunità, è considerato uno dei presepi viventi più importanti d’Italia.

Nel vicino comune di Farigliano, dicembre è invece il mese della Fiera dei Puciu, la sagra dedicata alla nespola locale. L’evento, legato alla festa patronale di San Nicolao, propone un ricco mercatone, la rassegna “Colori e Sapori di Langa”, degustazioni di prodotti tipici e la tradizionale distribuzione del minestrone di trippa e ceci, piatto immancabile della manifestazione.

Chiude il calendario invernale la Fiera Fredda di Borgo San Dalmazzo, che ogni 5 dicembre celebra una storia lunga oltre quattro secoli e rende la città capitale gastronomica della lumaca. La manifestazione, arricchita da convegni, incontri ed eventi collaterali, anima il paese per un’intera settimana, attirando visitatori e appassionati della cucina tradizionale.

La Fiera del Cappone di Morozzo

La fiera del Cappone risale agli inizi del Novecento ed è celebre per l’esposizione degli animali, affiancata dai concorsi d’arte, dai mercati e dalle degustazioni che valorizzano ilcappone, citato nei versi del Manzoni.

L’iniziativa, che si tiene ogni anno nei fine settimana di metà dicembre, ha acquisito sempre più importanza nel corso degli anni, anche grazie ai numerosi momenti culturali volti a valorizzare e celebrare le tradizioni e il patrimonio culturale.

Il Cappone di Morozzo rappresenta qualità, sostenibilità e tradizione, nel rispetto dei ritmi naturali e del benessere animale. Questo alimento, conosciuto ed apprezzato per le carni tenere e saporite, è diventato un simbolo della tradizione culinaria piemontese e italiana, tanto da essere stato nominato, nel 1999, il primo Presidio Slow Food a livello nazionale.

La storica fagiolata di San Defendente a Castiglione d’Asti

Ogni anno il 2 gennaio, in occasione della festa di San Defendente, la frazione di Castiglione, vicina ad Asti, celebra la prima festa dell’anno con la storica fagiolata, iniziativa che prevede – dopo la celebrazione della messa e il corteo – la distribuzione gratuita a tutti i partecipanti della zuppa di legumi. Questa tradizione popolare si tramanda dal 1200, quando i legumi venivano distribuiti per sfamare i più poveri.

La preparazione della fagiolata segue ancora oggi il rito antico: all’alba del 2 gennaio si accendono i fuochi sotto le grandi caudere di rame, iniziando la lenta cottura dei ceci — che richiedono più tempo — seguiti dai fagioli. Nelle ore precedenti vengono aggiunti i legumi, già raddoppiati di peso dopo l’ammollo, insieme a un ricco condimento fatto di cotenne, piedini, code e costine di maiale. La tradizione prevede quantità imponenti: nel 2012, ad esempio, furono utilizzati oltre 700 kg di legumi, che divennero circa 1.400 dopo l’ammollo. Mentre la zuppa cuoce, i volontari preparano anche i dolci tipici, tirà e caritin, venduti o messi all’asta durante la festa.

La mattinata avanza tra profumi e fumo che si alza dai paioli, mentre la folla si raduna intorno ai punti di cottura. Alle 10.30 viene celebrata la Messa, seguita dal Corteo Storico con figuranti medievali, la compagnia dei Batì e le tradizionali ligere. Terminata la funzione, il paese si anima con musica, sfilate e curiosi che attendono la distribuzione della zuppa, che inizia puntualmente a mezzogiorno con la benedizione del sacerdote, dando il via alla tanto attesa “festa dij faseu”.

L’aspetto più profondo di questa ricorrenza resta la solidarietà: tutte le offerte raccolte vengono destinate a opere benefiche, tra cui la Mensa Sociale del Comune di Asti. La comunità di Castiglione continua a sostenere con entusiasmo la tradizione, partecipando alla questua di dicembre che un tempo serviva a raccogliere direttamente i legumi. Ancora oggi, dopo otto secoli, la fagiolata conserva intatto il suo valore comunitario e il suo significato di condivisione nei giorni più freddi dell’anno.

Carnevale di Ivrea

Il Carnevale Storico di Ivrea è una celebrazione unica che affonda le sue radici nella leggenda della rivolta popolare contro un tiranno medievale, rappresentata dalla figura della Mugnaia, simbolo di libertà e coraggio. Al centro della festa si svolge la celebre Battaglia delle Arance, un confronto spettacolare tra le nove squadre di aranceri a piedi e i carri da getto trainati da cavalli, che evocano simbolicamente l’antica ribellione. Le arance, oggi protagoniste della “lotta”, sostituiscono idealmente le pietre utilizzate nella rivolta e, pur dando vita a momenti intensi e scenografici, non decretano né vincitori né vinti, poiché la festa rimane un rito collettivo e profondamente identitario.

Accanto alla battaglia, il Carnevale coinvolge tutta la città con riti e personaggi storici come la Mugnaia, il Generale, il suo Stato Maggiore, il Podestà e gli Abbà, accompagnati da tamburi, pifferi e un corteo ricco di simboli. Durante il Giovedì Grasso e nei giorni successivi, cittadini e visitatori indossano il Berretto Frigio, segno distintivo di adesione ideale alla libertà del popolo. Le vie di Ivrea si riempiono così di musica, colori e atmosfere suggestive, creando un’esperienza immersiva che ogni anno attira migliaia di persone.

Riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO, il Carnevale Storico di Ivrea è considerato una delle manifestazioni più affascinanti d’Europa grazie al suo mix di storia, tradizione, spettacolo e partecipazione popolare. La Fondazione che lo custodisce continua a valorizzarne il significato profondo, mantenendo viva una tradizione che ancora oggi rappresenta un forte legame con le radici della comunità eporediese.

L’Antica Danza degli Spadonari di Venaus

L’Antica Danza degli Spadonari di Venaus, una delle tradizioni più longeve della Valle di Susa, si svolge ogni anno a febbraio in occasione delle festività dedicate ai patroni San Biagio e Sant’Agata. Le celebrazioni, che affondano le radici tra il V e il IV secolo, rappresentano un rito propiziatorio legato al passaggio dall’inverno alla primavera e alla rinascita della natura. Gli Spadonari, riconoscibili dal caratteristico copricapo adornato di fiori, sono quattro danzatori che eseguono movimenti rituali con lunghe spade, accompagnati dalle musiche della Filarmonica Venausina.

Il 3 febbraio, giorno di San Biagio, e il 5 febbraio, festa di Sant’Agata, il cerimoniale prende avvio sin dal mattino con la partecipazione degli Spadonari alla Messa, al termine della quale si esibiscono sul sagrato della chiesa. La danza viene riproposta anche la domenica successiva, durante l’Ottava, quando il programma si arricchisce con la processione per le vie del paese e con il concerto pomeridiano della Filarmonica. A questi momenti si uniscono le Savoiarde, donne in abito tradizionale che accompagnano la processione dei santi: i loro scialli ricamati, le pieghe curate e i nastri colorati testimoniano un’antica tradizione artigiana tipica delle comunità alpine della zona.

L’intera festa coinvolge profondamente gli abitanti di Venaus, che ogni anno rinnovano un rito collettivo legato alla memoria, alla cultura locale e alla ciclicità della natura, mantenendo viva una tradizione che ancora oggi rappresenta un forte simbolo identitario per la comunità valsusina.

La Baìo di Sampeyre

La Baìo di Sampeyre è una tradizione millenaria della Valle Varaita (provincia di Cuneo), che si svolge ogni cinque anni e celebra l’identità culturale e la resistenza della comunità locale contro gli invasori saraceni. Le origini della festa risalgono a antiche cerimonie primaverili volte a propiziare i raccolti e a salutare il ritorno della luce dopo i mesi invernali, ma nel corso dei secoli la manifestazione si è arricchita di nuovi simboli fino a diventare la rievocazione storica delle incursioni di predoni provenzali, liberati dalla reazione armata della popolazione locale. La Baìo rappresenta oggi un momento di libertà, unione e partecipazione collettiva, simboleggiato anche dal grido “Baìo” lanciato dai protagonisti, che coinvolge spettatori e comunità in un vero e proprio inno alla libertà.

La manifestazione comprende quattro gruppi principali, detti Baìe, provenienti dal capoluogo Piasso e dalle frazioni di Villar, Calchesio e Pore. Ogni gruppo è formato da coppie di personaggi, alcuni dei quali sono unici per ciascuna Baìa, mentre personaggi simili possono distinguersi grazie a dettagli dei costumi. L’elemento più caratteristico è costituito dai nastri di seta (bindel) che decorano abiti e copricapi, conferendo originalità e riconoscibilità ai partecipanti. Tutti i ruoli, anche quelli femminili, sono interpretati da uomini, secondo la tradizione.

La Baìo si svolge nell’arco di due domeniche consecutive e nel Giovedì Grasso, alternando sfilate, balli tradizionali accompagnati da violini e fisarmoniche e momenti di forte coinvolgimento della comunità. Oltre a rievocare eventi storici, la festa rinnova un legame profondo con il territorio, le sue radici culturali e la coesione sociale, rendendo Sampeyre protagonista di una delle manifestazioni popolari più suggestive e amate del Piemonte.

Mercu Scurot, il carnevale di Borgosesia

La Festa del Mercu Scûrot di Borgosesia, celebrata ogni anno a febbraio, è un evento unico in Europa per il suo carattere simbolico e tradizionale, radicato nella cultura locale. Il carnevale culmina il primo giorno di Quaresima con un corteo funebre che rappresenta il funerale del carnevale stesso: i partecipanti, elegantemente vestiti, sfilano portando un mestolo di legno, usato per sorseggiare il vino lungo il percorso, secondo un rito che unisce convivialità e allegoria.

L’origine della manifestazione risale a tradizioni popolari secolari, in cui la maschera e il teatro di strada erano strumenti per celebrare la fine del periodo carnevalesco e l’inizio della Quaresima.

La giornata si conclude con il Testamento del Peru Magunella, il rogo del pupazzo che simboleggia la maschera cittadina, accompagnato da fuochi d’artificio e momenti teatrali che rendono la festa uno spettacolo unico, capace di combinare storia, folklore e partecipazione comunitaria.

Sagra del Polentonissimo di Monastero Bormida

La Sagra del Polentonissimo di Monastero Bormida, che si svolge ogni anno a marzo, celebra un episodio risalente al XVI secolo, quando alcuni calderai rimasero bloccati nella zona a causa della neve e furono soccorsi dal generoso marchese locale, che li nutrì con polenta e frittata. Per ricordare questa vicenda, la manifestazione propone una sfilata storica che parte dal castello medievale e vede la partecipazione di carri e personaggi in costume, trasportando i visitatori indietro nel tempo.

Oltre alla parata, la sagra offre animazioni e rievocazioni di antichi mestieri, permettendo di scoprire le tradizioni artigianali della zona. Sulla piazza principale del paese viene preparata una polenta gigante dal peso di circa una tonnellata, arricchita con salsiccia, salame, cotechino, merluzzo e altre specialità locali, pronta per essere distribuita ai visitatori in un’atmosfera di festa e convivialità.

Il Cante’ J’euv

Il Cante’ J’euv è una tradizione pasquale piemontese che affonda le sue radici nei secoli e viene solitamente celebrata tra il Venerdì Santo e il Lunedì di Pasqua. Considerata la “questua delle uova”, questa usanza scomparsa alla fine degli anni ’50 è stata recuperata negli anni Settanta e continua a coinvolgere giovani e comunità locali. I partecipanti, guidati dal “fratucin” – un personaggio travestito da frate con una cesta sulla schiena – percorrono le cascine più remote intonando canti sotto le finestre. Gli abitanti, colpiti dal fascino della musica e dalla forza simbolica del gesto, donano uova o altri alimenti, offrendo così un tributo alla tradizione e un augurio di prosperità.

La magia del Cante’ J’euv non risiede solo nello scambio di doni, ma anche nella capacità di riunire le persone e mantenere vivo il legame con le radici storiche e culturali della regione. Il suono dei canti che risuona tra le colline e i cortili crea un’atmosfera unica, dove folklore, musica e simbolismo pasquale si intrecciano, celebrando la rinascita primaverile e il senso di comunità che caratterizza le valli piemontesi.

La corsa della Torta di Novara 

La corsa della Torta di Novara, che si svolge il giorno di Pasqua, è una rievocazione storico-popolare dalle radici antiche. La tradizione si lega a una leggenda locale secondo cui, durante un assedio straniero a Oleggio, i cittadini, protetti dalle mura della città, furono sfidati dai soldati avversari a una corsa che mettesse alla prova il loro coraggio e la loro velocità.

La competizione ha luogo nel prato denominato “Prato della Torta” e, secondo il regolamento tradizionale, possono partecipare solo i giovani celibi del paese. L’evento non è solo una gara, ma un momento di festa e di celebrazione della storia e delle usanze locali, richiamando ogni anno numerosi spettatori attratti dalla sua atmosfera unica e dalla rievocazione delle antiche vicende della comunità.

La processione delle macchine di Vercelli

La processione delle Macchine di Vercelli, che si svolge ogni Venerdì Santo, rappresenta uno dei momenti più sentiti di devozione e partecipazione per tutta la comunità cittadina. Questo affascinante rito religioso affonda le sue origini nel XVII secolo e continua a essere un simbolo di fede e tradizione profondamente radicato nella cultura locale.

Le “Macchine” sono grandi sculture in legno che raffigurano le scene della Via Crucis e vengono custodite nelle chiese delle confraternite della città. Durante la processione, i membri delle confraternite le trasportano sulle spalle lungo le vie di Vercelli, accompagnati dal silenzio rispettoso dei fedeli e da suggestive musiche liturgiche, creando un’atmosfera unica che unisce spiritualità, arte e partecipazione collettiva.

La corsa dei buoi di Asigliano Vercellese

La corsa dei buoi di Asigliano Vercellese, che si celebra ogni maggio, affonda le sue radici in una leggenda del 1436. Secondo la tradizione, una grave peste colpì il paese causando morte e devastazione, e gli abitanti, in preda alla disperazione, si rivolsero a San Vittore promettendo che avrebbero fatto correre i buoi più lenti in segno di gratitudine se la calamità fosse cessata. La preghiera fu esaudita, dando origine a questa festa che unisce devozione religiosa e storia.

I primi documenti storici risalgono al 1658, anche se la distruzione di molte testimonianze durante le battaglie rende difficile ricostruire con precisione le origini. La festa patronale include riti tradizionali come la distribuzione del pane benedetto, il passaggio del carro trionfale e del cero, simboli sacri della devozione locale. Particolarmente suggestivo è l’incanto dei carri, che si svolge il sabato precedente la festa e rappresenta uno dei momenti più attesi della celebrazione.

Il Palio dei borghi Fossano

Il Palio dei Borghi di Fossano, che si svolge ogni anno nel mese di giugno, trae origine dalla rievocazione storica del passaggio di Carlo Emanuele I e Caterina d’Asburgo a Fossano nel 1585, durante il loro viaggio di nozze dalla Spagna a Torino. In loro onore furono organizzati solenni festeggiamenti, tra cui spettacolari giochi, cortei e fuochi pirotecnici, che oggi ispirano la sontuosa parata in costume del XVI secolo con numerosi personaggi storici accuratamente documentati.

Tra le tradizioni più antiche legate alla manifestazione c’è la Giostra de l’Oca, risalente al XIV secolo, originariamente un gioco in cui i cavalieri, a cavallo, dovevano tagliare con la spada la testa di un’oca posta in una cesta. Sebbene abolita nella metà del XVIII secolo, la Giostra è oggi rivisitata in chiave moderna e non violenta, attraverso il tiro con l’arco e la corsa dei cavalli, mantenendo viva la memoria storica e l’atmosfera festosa della celebrazione.

Le feste e le tradizioni del Piemonte rappresentano un patrimonio culturale unico, capace di unire storia, folklore e gastronomia in esperienze coinvolgenti per tutti. Dai carnevali suggestivi alle rievocazioni storiche, dalle sagre dedicate ai prodotti locali ai rituali religiosi, ogni evento narra la vita delle comunità, le loro radici e i valori condivisi. Prendere parte a queste manifestazioni significa immergersi nell’autenticità della regione, scoprire antichi mestieri, costumi e rituali, e vivere momenti di socialità che da secoli uniscono generazioni.

Il Piemonte, con i suoi borghi, le valli e le piazze animate dalle feste, dimostra come la tradizione possa convivere con la contemporaneità, regalando ai visitatori non solo spettacoli e sapori, ma anche una profonda connessione con la storia e l’identità del territorio. Da ogni celebrazione emerge il senso di comunità, il sentimento radicato per le proprie origini e la voglia di tramandare alle nuove generazioni la ricchezza del patrimonio culturale.

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